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Laboratorio Roma, la gestione dell'emergenza

21/7/2020

Due mesi di lockdown, città apparentemente ferme e vuote, limitazioni alla libertà personale e di spostamento: un’esperienza senza precedenti, quella che ci lasciamo alle spalle ma i cui effetti sono ancora tangibili, che ha cambiato profondamente la vita quotidiana di tutti noi. Per garantire la continuità dei principali servizi pubblici locali, nonostante la loro fruizione si sia sensibilmente ridotta, le istituzioni hanno dovuto trovare in fretta delle risposte, in tutti i settori, dai trasporti alla cultura, dalla sicurezza agli aiuti alla popolazione. L’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale - ACoS ha realizzato una serie di pubblicazioni nell’ambito del progetto “Laboratorio Roma” nelle quali sono stati sintetizzati, oltre ai risultati di diverse indagini condotte tra marzo e maggio 2020 per conoscere le opinioni e gli orientamenti dei cittadini, gli insegnamenti nella gestione della città che è possibile trarre, da riutilizzare e ottimizzare in maniera più veloce e selettiva qualora si dovesse verificare un riacutizzarsi dell’emergenza, ovvero in condizioni di ritorno alla normalità.

Tutte le pubblicazioni di “Laboratorio Roma” sono consultabili a questo link: https://www.agenzia.roma.it/it-ricerca_news?id_tag=49&laboratorio_roma. Di seguito, si riportano le principali considerazioni emerse dall’analisi dei diversi settori, mettendone in luce i punti di forza e le criticità.

Comunicazione e digitalizzazione. A causa della chiusura di molti uffici e degli sportelli al pubblico, e nel rispetto delle limitazioni agli spostamenti, Roma Capitale ha avviato negli ultimi mesi una decisa accelerazione del processo di digitalizzazione dei servizi, percorso già iniziato nel 2016 nell’ambito delle azioni previste dall’Agenda Digitale 2016-2021. Tra le iniziative più significative realizzate dall’amministrazione capitolina in questo periodo si segnalano il mini-sito Roma Aiuta Roma, punto di accesso unico ai servizi territoriali e alle informazioni di pubblico interesse, on line dal 3 aprile, e la pubblicazione delle FAQ sull’accesso ai servizi di Roma Capitale, entrambe riconosciute nel censimento internazionale delle buone pratiche a supporto della collettività promosso da Open Government Partnership. Il “divario digitale” nella fruizione dei servizi telematici resta tuttavia uno scoglio ancora da superare, al quale si cerca di porre rimedio con l’istituzione di punti digitali assistiti e gratuiti (Punti Roma Facile), 26 in tutta la città. Un’altra criticità nella fruizione dei servizi on line consiste nella mancanza, a tutt’oggi, di indicatori specifici che consentano di misurarne l’efficacia, e proprio per colmare queste lacune il dipartimento competente ha istituito un gruppo di lavoro che affiancherà la ricerca di indicatori alla raccolta del “sentiment” degli utenti. Sul fronte della comunicazione alla cittadinanza, tra gli argomenti più ricorrenti fin dalle prime fasi dell’emergenza rientrano la sicurezza urbana e la sanificazione delle strade.

Servizi di prossimità. I territori sono stati i veri protagonisti di questa emergenza. Le istituzioni locali hanno attivato fin da subito, in sinergia con le associazioni di volontariato e le organizzazioni del terzo settore, una fitta rete di solidarietà che ha permesso di offrire alla popolazione servizi essenziali quali la consegna di spesa e farmaci a domicilio e l’assistenza da remoto, in particolare a favore delle donne vittime di violenza. Tutte le informazioni utili e le iniziative adottate sono state raccolte e comunicate dai Municipi sulle proprie pagine istituzionali. Per restituire coerenza e uniformità alla mole di informazioni fornite non sempre in maniera omogenea, l’Agenzia ha chiesto alle amministrazioni locali di indicare, attraverso un elenco precompilato, quali servizi sono stati attivati sui territori, richiesta alla quale hanno risposto 5 Municipi su 15: III, IV, V, XIII e XV.

Farmacie comunali. Dal 20 aprile al 5 giugno 2020 l’Agenzia ha condotto un monitoraggio telefonico per conoscere la disponibilità e il prezzo delle diverse tipologie di mascherine vendute nelle 45 Farmacie comunali di Roma a gestione Farmacap, per un totale di 630 chiamate. Nelle Farmacie comunali è stato possibile acquistare quattro tipologie di mascherine (in tessuto, chirurgiche, FFP1 e FFP2, in nessun caso le FFP3) con ampie oscillazioni di disponibilità e prezzo nel corso del periodo di monitoraggio: nelle prime due settimane ha prevalso l’offerta di mascherine in tessuto, mentre a partire dal 18 maggio le chirurgiche sono risultate disponibili in circa il 40% delle chiamate effettuate, per raggiungere l’81% nell’ultima settimana di monitoraggio. Nelle prime due settimane, le mascherine in tessuto sono state vendute in confezioni da 14 pezzi al prezzo di 8,60 euro, scendendo successivamente a 6 euro con un prezzo medio unitario di 36 centesimi, rimasto poi invariato. Le chirurgiche sono state vendute a 1 euro l’una, prezzo che è sceso a 50 centesimi in adeguamento all’ordinanza del Commissario Straordinario “per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e il contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19” n. 11/2020 e all’azzeramento dell’IVA disposto dal Decreto Rilancio. Nonostante la minore disponibilità, il prezzo di vendita delle mascherine chirurgiche e FFP2 è stato più basso nelle farmacie romane rispetto ad altre città capoluogo di regione, monitorate dal Centro Studi Nazionale IRCAF, sia ad aprile che a maggio.

Verde pubblico. Con parchi e giardini chiusi dal 10 marzo al 4 maggio, la rilevazione delle opinioni dei cittadini ha messo in luce la grande importanza attribuita alla necessità di usufruire liberamente delle aree verdi, senza ulteriori chiusure ma rispettando in modo responsabile il divieto di assembramento e il distanziamento sociale. Solo parzialmente è stato notato un miglioramento della manutenzione durante il lockdown: le ditte esecutrici degli interventi, molte delle quali provenienti da fuori regione, sono infatti state impossibilitate a raggiungere la città nei mesi delle chiusure, e questo suggerisce l’opportunità di dotarsi di personale proprio per la cura e la valorizzazione del verde di Roma. Tra le iniziative positive, realizzate in questi mesi, c’è stata l’attivazione da parte del Dipartimento Tutela Ambientale di un numero di pronto intervento per segnalare situazioni di emergenza sulle alberature, una buona pratica che dovrebbe essere istituzionalizzata e che invece è durata solo dal 9 al 14 aprile.

Igiene urbana. Una città più sana e più pulita: questa è stata la percezione dei romani sulle condizioni di strade e cassonetti nel proprio quartiere durante il difficile periodo del lockdown. La minore produzione di rifiuti, la chiusura di molti esercizi commerciali e il netto ridimensionamento del traffico veicolare hanno consentito una maggiore regolarità del servizio, con effetti positivi sui livelli riscontrati di qualità erogata, in linea con un andamento in crescita già registrato nei monitoraggi del I trimestre 2020. L’abbandono di rifiuti, soprattutto pericolosi e ingombranti, insieme all’incendio dei cassonetti stradali in diversi quadranti della città sono stati i fenomeni più problematici riscontrati in questo periodo. Le criticità del servizio in città sono riemerse però alla ripresa delle attività sin dall’avvio della fase 2, confermando anche il problema dimensionale e la difficile gestione della raccolta presso le utenze non domestiche, che si sommano ai riflessi negativi in città delle problematiche legate al trattamento e alla chiusura del ciclo dei rifiuti.

Dal 15 marzo al 4 maggio l’Agenzia ha inoltre condotto un monitoraggio sperimentale attraverso gli “osservatori di quartiere”, grazie anche al coinvolgimento di alcuni cittadini che hanno aderito al progetto sperimentale di monitoraggio partecipato, documentando a cadenza regolare le condizioni dell’igiene urbana in otto zone urbanistiche di Roma: Centro Storico-Pinciano, Prati, Balduina, Trionfale, Vigna Clara, Montesacro, Prenestino-Labicano e Ostia. I risultati restituiscono situazioni molto diverse: “impeccabili” Prati, Ostia e Pinciano per la pulizia delle aree attorno ai cassonetti, poche rilevazioni negative a Vigna Clara, Prenestino e Trionfale, più critiche le zone di Montesacro e Balduina, dove non mancano rilevazioni “pessime”. Il decoro dei cestini gettacarte ha superato l’obiettivo “sufficiente” in quasi tutti i quartieri, mentre per la pulizia delle strade esiti almeno sufficienti sono stati raggiunti in Prati e al Prenestino, buoni nei dintorni di via di Porta Pinciana e via Veneto, ottimi nel Centro storico, Prati e Ostia mentre è risultata meno soddisfacente la situazione a Montesacro, Vigna Clara e Balduina.

Cultura. La risposta dell’amministrazione e dei vari enti del settore per continuare a offrire arte e cultura a un pubblico costretto a rimanere in casa si è tradotta in un vero e proprio “boom” di proposte digitali diffuse attraverso i siti istituzionali e, soprattutto, i canali social: più di 5.600 nuovi contenuti digitali da marzo a maggio, con 34,3 milioni di interazioni e visualizzazioni complessive di video, post e “stories”, sono numeri che attestano l’interesse di una platea diversificata e ampia che vuole rimanere informata e usufruire delle molteplici offerte, anche “a distanza”. Nella fase dell’emergenza, internet si è quindi dimostrato il mezzo ideale e una risorsa indispensabile per mantenere vivo il rapporto con gli utenti: questo processo va sicuramente strutturato, in quanto l’utilizzo massiccio del web ha, in alcuni casi, rivelato limiti tecnologici e vetustà delle dotazioni. In fase di riapertura, la lenta ripresa delle attività di musei e luoghi della cultura ha evidenziato inoltre una generale impreparazione nella gestione dell’emergenza che deve essere superata in termini di flessibilità, prontezza ed efficacia delle risposte. E, se questa esperienza ha insegnato che la digitalizzazione è un solco lungo il quale procedere per migliorare la fruizione stessa del servizio, le soluzioni intraprese non dovrebbero però essere penalizzanti per l’utente da un punto di vista economico: a questo proposito, infatti, si fa notare che la prenotazione di mostre ed eventi, diventata ora obbligatoria, è rimasta in molti casi a pagamento.

TPL e mobilità. Nel settore dei trasporti, l’offerta del servizio, che in ogni caso è stato garantito in tutto il periodo delle chiusure, è stata ridotta in adeguamento alla domanda, che solo a maggio ha iniziato a registrare una timida ripresa. La paura del contagio ha portato molti romani a preferire il mezzo privato, compresa la bici e gli spostamenti a piedi, evitando così qualunque rischio, forse non ritenendo sempre sufficienti le misure precauzionali quali l'obbligo delle mascherine a bordo e il distanziamento la cui osservanza resta fondamentalmente in capo alla responsabilità degli utenti; inoltre, la riduzione del 50% della capacità dei mezzi per consentire il distanziamento non sempre permette a tutti di salire sulle vetture, generando a volte disagi per una maggiore attesa alle fermate della metro. A Roma, il numero di spostamenti nella fase delle riaperture è comunque più elevato che in altre grandi città come Milano e Londra, ed è stato superiore al capoluogo lombardo per tutta la durata del lockdown: nel mese di marzo 2020, il servizio effettivamente reso da Atac è comunque diminuito del 9% per la superficie e dell'11% per la metropolitana riispetto allo stesso mese dell'anno scorso.

Da marzo a maggio compresi, si è registrato un calo del 57% di disservizi legati a guasti e/o indisponibilità vetture sulla rete di superficie, comunicati da Atac in tempo reale attraverso il proprio canale informativo Twitter, che tuttavia vedono ancora una volta – confermando il dato dello scorso anno – le linee tram maggiormente penalizzate; salgono del 7,7%, invece, rispetto allo stesso periodo del 2019 e pur con la riduzione del servizio alle ore 21, i guasti segnalati sulle linee metro. In linea con le aspettative dei romani, le politiche di mobilità attuate a Roma nella fase delle riaperture sono orientate alla sostenibilità e all’incentivo di mezzi alternativi all’auto privata, come la realizzazione di 150 km di piste ciclabili temporanee e la diffusione di servizi di micromobilità elettrica in sharing – quattro operatori privati presenti a Roma con costi che oscillano tra i 15 e i 25 centesimi al minuto, più un euro per lo sblocco.

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