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Le misure per la progressiva riapertura, sondaggio on line. Risultati finali

Le misure per la progressiva riapertura, sondaggio on line. Risultati finali

18/5/2020

Il 9 maggio, pochi giorni dopo l’inizio della “fase 2”, si è chiuso il sondaggio on line promosso dall’ACoS, Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale, in cui si chiedeva ai romani di esprimersi su alcuneipotesi di misurepreviste per la ripartenza in città come smart working, digitalizzazione dei servizi, diversificazione delle fasce orarie, libertà di spostamento e controlli, fruizione dei mezzi pubblici, dei luoghi di cultura e delle aree all’aperto, utilizzo del suolo pubblico per le attività di ristorazione. Il sondaggio, che rientra in un progetto più ampio di monitoraggio dei servizi e ascolto della cittadinanza avviato sin dall’inizio dell’emergenza, è stato lanciato il 28 aprile, ed è quindi rappresentativo sia delle opinioni espresse durante l’ultima fase di lockdown, sia di quelle immediatamente seguenti le prime riaperture del 4 maggio. Nella diffusione e divulgazione del questionario sono stati coinvolti comitati, associazioni e blogger. Per ciascun settore, le risposte date dai cittadini sulle proprie preferenze sono state messe a confronto con le misure realizzate o programmate dall’amministrazione capitolina, in modo da poter verificare il grado di convergenza tra le aspettative espresse e le soluzioni effettivamente intraprese, o previste.

In totale sono state registrate 1.801 interviste, compilate per la quasi totalità (91%) da residenti a Roma, il resto da pendolari e frequentatori occasionali. La distribuzione degli intervistati è piuttosto omogenea sul territorio con un’incidenza più elevata nei municipi I, II e VII (rispettivamente 159, 149 e 146 interviste), a seguire il V, il III, il IX e così via. Il genere più rappresentato è quello femminile (65%), la fascia d’età quella dai 45 ai 64 anni (nel 46% dei casi), mentre la partecipazione dei giovani 15-29 anni si attesta al 9%.

Per l’impatto positivo che può produrre sul traffico e sull’ambiente, gli intervistati hanno manifestato una larga preferenza (81%) per il mantenimento dello smart working anche dopo l’emergenza; analogamente, la stragrande maggioranza (95%) è favorevole a una maggiore digitalizzazione dei servizi. In entrambi i casi, le scelte operate da Roma Capitale sembrano puntare nella stessa direzione: consolidamento dello smart working come forma istituzionalizzata di organizzazione del lavoro, ma anche come mezzo per stimolare la produttività del personale, e una forte spinta verso i servizi on line. Per gli stessi effetti positivi di carattere generale, circa la metà del campione dichiara di essere incondizionatamente d’accordo con la diversificazione di orari di apertura e chiusura di scuole e uffici, mentre un 37% sarebbe favorevole solo se l’adesione alle fasce orarie diversificate fosse su base volontaria per i lavoratori.

Per decongestionare il trasporto pubblico, gli intervistati sono in maggioranza d’accordo con l’ipotesi di ricorrere alla mobilità individuale (auto, moto, bici o a piedi), lasciando i mezzi pubblici a chi non ha alternative. Tra gli interventi più specifici per ridurre il traffico cittadino e gestire meglio le ore di punta, la preferenza va all’estensione delle ciclabili per il 44%, mentre un terzo del campione si è definito favorevole all’apertura delle Ztl sia al transito sia al parcheggio. In questo caso, con la recente riattivazione del pagamento della sosta su strisce blu e parcheggi di scambio, le scelte dell’amministrazione per la mobilità a Roma non risultano del tutto convergenti con le opinioni espresse dai cittadini.

Su bus, metro e tram, le misure precauzionali più indicate dai romani per limitare il rischio di contagio trovano riscontro nelle linee adottate: obbligo di mascherine e guanti, sanificazione degli ambienti, distanziamento sociale, separazione dei flussi in entrata e in uscita; una percentuale minore ritiene necessaria la presenza delle forze dell’ordine, mentre tra le risposte aperte (campo “altro”) hanno prevalso una maggiore frequenza delle corse e la puntualità dei mezzi, per ridurre l’attesa alle fermate.

Tutti, o quasi, d’accordo nel riaprire parchi e ville, evitando però gli assembramenti. Grande enfasi viene data al distanziamento, direttamente e indirettamente, anche per fruire in sicurezza di aree archeologiche all’aperto e altri luoghi della cultura come musei, mostre e biblioteche, che proprio in questi giorni stanno programmando, con grande attesa, le prime riaperture al pubblico. L’ambito degli spettacoli è invece più complesso, in quanto per strutture come cinema, concerti e teatri la riapertura con distanziamento rischia di implicare una decurtazione gravissima dei ricavi da biglietteria, a fronte di tutti i costi fissi da sopportare.

Il sondaggio chiedeva poi un’opinione sull’eventualità di aumentare la superficie di suolo pubblico in concessione a bar e ristoranti per rilanciare il settore, argomento di una attesa delibera dell’Assemblea Capitolina che dovrebbe concretizzarsi proprio in questi giorni: l’87% degli intervistati si è definito favorevole, quasi la metà dell’intero campione è d’accordo anche a costo di sacrificare in parte posti auto e marciapiedi, mentre un 10% si dichiara del tutto contrario.

Per garantire il rispetto delle misure di distanziamento, infine, tre romani su quattro sarebbero favorevoli a mantenere i controlli in città da parte delle forze dell’ordine fino alla fine dell’emergenza, mentre uno su cinque è contrario. La maggioranza dei cittadini ritiene che la libertà personale andrebbe ripristinata vietando solo i comportamenti a rischio; resta invece un 38% favorevole a limitare, a scopo precauzionale, gli spostamenti ai casi di necessità.